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L’ex presidente Secciani intervistato da France Football

17/04/2017 – Un servizio su Maurizio Sarri: carriera calcistica e i primi passi da allenatore 

Alla vigilia dell’incontro di Champions League tra il Napoli di Maurizio Sarri e il Real Madrid, l’ex presidente della Castelnuovese Renato Secciani è stato intervistato dal giornalista italiano Valentin Pauluzzi, esperto di calcio italiano per conto delle più importanti testate giornalistiche francesi.

Un servizio su Maurizio Sarri che ripercorre la sua carriera calcistica (trascorsa quasi interamente con la maglia amaranto della Castelnuovese) e i suoi primi anni da allenatore.

L’articolo è stato pubblicato sulla prestigiosissima rivista France Football lo scorso 28 febbraio.

Abbiamo provato a tradurlo. Ci scusiamo con i lettori e con il giornalista Valentin Pauluzzi per gli eventuali errori di traduzione.

Sarri - Le meilleur pour la fin

Sarri – Le meilleur pour la fin

MAURIZIO SARRI  – IL MEGLIO ALLA FINE

Dopo una carriera da giocatore dilettante e un percorso da allenatore di club di categorie inferiori, questo ex consulente finanziario diventa la meraviglia del Napoli

A cura di Valentin Pauluzzi

Un napoletano alla testa di Napoli, questo è quanto lascia pensare la carta di identità di Maurizio Sarri (58 anni). Ma, se il tecnico degli Azzurri è nato nella città partenopea, è solamente perché suo padre ha lavorato come gruista negli stabilimenti dell’Italsider.  E’ sufficiente ascoltare qualche parola per scoprire le sue vere origini. L’accento è toscano, precisamente di Figline Valdarno a sud di Firenze dove i suoi genitori sono tornati a vivere quando aveva solamente tre anni. Il papà Amerigo, eccellente ciclista dilettante, l’aveva inizialmente instradato verso la piccola regina prima che il pallone prendesse il sopravvento.

Etichettato un po’ troppo frettolosamente nella categoria dei Sacchi e Mourinho, Sarri ha conosciuto una carriera di calciatore decisamente modesta ma non breve, come testimoniato da Renato Secciani ex presidente della USD Castelnuovese e amico di lunga data: “E’ cresciuto nella Figlinese e ha anche sostenuto senza successo qualche provino per inserirsi nel vivaio del Torino e della Fiorentina. E’ arrivato da noi nel 1981, a 22 anni proveniente dal Grassina che giocava in quinta divisione, una categoria al di sopra della nostra“. Per nove anni ha percorso le verdi colline della provincia di Arezzo fino a farsi un nome. “Era un giocatore molto apprezzato fra i dilettanti. Aveva il profilo di una giovane speranza già esperta ed è stato quasi un lusso per noi. Uno stopper ruvido ma scrupoloso, molto professionale nel suo approccio. Un modello per i suoi compagni di squadra, uno molto carismatico, del resto era il nostro capitano”.

Sigarette, superstizione e innovazione. Evidentemente Sarri  non vive dei  suoi magri rimborsi e può contare sul buono stipendio che gli versa la banca de il Monte dei Paschi di Siena, la più vecchia del mondo. Avanzamenti professionali continui, il viaggio in Inghilterra, in Germania e in Lussemburgo dove lavora all’agenzia di cambio. Un posto eccellente minacciato però dal suo passatempo preferito. “Ci ha lasciato nel 1990, quando è salito a Stia, per diventare allenatore-giocatore in sesta divisione – prosegue Secciani – questo lo attraeva da  un po’ di tempo”. A causa delle ginocchia scricchiolanti e degli adduttori che tirano, il giocatore non può  assolutamente aiutare la sua nuova squadra mentre all’allenatore viene dato il benservito e ringraziato dopo sette partite. E’ allora che i suoi compagni di squadra lo convincono a prendersi in carico la gestione della squadra. Sigaretta in bocca, Sarri si impegna senza attendere oltre. Raddoppia gli allenamenti settimanali (da due a quattro), prolunga la preparazione estiva (da dieci giorni a due mesi), invia un assistente a osservare l’ultima prestazione del suo futuro avversario. La sua prima partita sulla panchina è preceduta da  una riunione tattica di 40 minuti subito prima del calcio d’inizio. Alcuni metodi innovativi a questo livello oltre a una vecchia ricetta: la superstizione.  E’ morbosa, dal posto dove parcheggiare, dai vestiti di colore nero passando per i ristoranti portafortuna. Niente è lasciato al caso né sul campo né al di fuori di esso. Il libero, ancora in voga a quel tempo, è eliminato e gli attaccanti costretti ad effettuare il pressing. Tutta la squadra concentrata in trenta-cinque metri. Si riconoscono qui le grandi linee della rivoluzione di Sacchi, un tecnico che studia da vicino.

Quattro esoneri e una dimissione. La sua reputazione di uomo puntiglioso e ai suoi trenta-tre schemi su calcio da fermo prendono corpo durante questi anni. Le esperienze si susseguono rimbalzando da una squadra all’altra, sempre nell’est della Toscana fino a far promuovere la piccola squadra della Sansovino nei professionisti nel 2003. Tuttavia un dilemma, inevitabile, si pone: “E’ in quel momento là che decide di lasciare il lavoro di consulente alla banca. Si è preso dei rischi” sottolinea il suo vecchio amico Secciani. Superato il Rubicone, la sua ascesa continua. Eccolo qui già in serie B a Pescara nella stagione 2005-2006. Un undicesimo posto e poi niente. Seguono quattro esoneri e una dimissione durante le sette esperienze successive, di cui quella ad Arezzo dove era subentrato ad un certo Antonio Conte. Il dubbio lo assale. Ci sono ancora cinque anni, Sarri è un allenatore anonimo. L’Empoli scommette su di lui e lo conferma malgrado l’ultimo posto dopo nove giornate. Il risveglio è folgorante: finale dei play-off persa poi vinta la stagione successiva con promozione in serie A.

A cinquanta-cinque anni debutta nell’elite del calcio. La sua squadra, tatticamente telecomandata, raccoglie quattro punti contro il Napoli. Sono i passi per ritrovare, nell’estate 2015, la sua città natale dove succede a Rafael Benitez e restituisce il diritto di sognare ai tifosi. Oggi eccolo opposto a Zidane negli ottavi della Champions Leaugue senza complessi.

Dopo tutto quali segreti il Real potrebbe avere per lui che conosce tutte le caratteristiche dei giocatori del Pergine e del Rassina?

 

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